All’alba della vittoria delle primarie del 8 dicembre, i renziani tutti – della prima, seconda,…, ultima ora – andavano dicendo in giro che le cose sarebbero cambiate di li a poco.

Ecco, abbiamo visto ultimamente in che modo: via Letta, dentro Renzi ed un nuovo governo fatto con una maggioranza come quella del governo precedente, più alcuni partitucoli di centro destra, ed un accordo con Forza Italia firmato da Berlusconi – che nel frattempo è decaduto dal senato per questioni giudiziarie – per una nuova legge elettorale di cui stiamo leggendo, e ridendo per non piangere, sui quotidiani in questi giorni.

Ma come sappiamo Renzi nel suo programma per il congresso (programma? dov’è?) ha sempre parlato anche di questioni LGBT. Per dirla tutta Renzi ha fatto riferimento esclusivamente a due situazioni: un riconoscimento per le coppie di persone dello stesso sesso – Renzi ha proposto prima le Civil Partnership all’inglese, poi diventate alla tedesca – e la “stepchild adoption” ovvero il riconoscimento della genitorialità tout court per entrambi i componenti di nuclei familiari di due padri e due madri mediante la possibilità per il genitore/la genitrice non biologico/a di adottare il figlio dell’altro/a (tutto questo non prendendo minimamente in considerazione la voglia di esser genitori di quelle coppie che però non possono permettersi lo sforzo economico di un viaggio all’estero per una surrogacy o per una inseminazione in vitro.

In entrabi i casi queste due proposte risultano essere limitate, in più io considero la proposta di unione civile – qualsiasi sia ed indipendentemente dal contenuto – una proposta segregazionista.

Ad ogni modo, è del 20 dicembre l’annuncio di una proposta al senato di una legge per le “Unioni Civili e Coppie di Fatto“.
Cosa sia successo a tale disegno di legge da dicembre ad oggi non ci è dato di sapere.
Ci è dato di sapere però che nel suo discorso di insediamento al governo, tenuto al Senato, il nuovo Premier ha smentito i suoi stessi sostenitori LGBT affermando che su queste questioni è necessario parlarsi e trovare un accordo. Già, accordo che io preferisco chiamare col suo nome: compromesso.
E penso sia una ginnastica inutile oltre che ridicola – e me lo confermano i tantissimi che incontro e me lo dicono apertamente – quella di arrampicarsi sugli specchi per giustificare questa presa di posizione e chiedere contemporaneamente aiuto a coloro di cui non si è tenuto conto fino ad oggi.

E’ di ieri invece la notizia che “Ventidue senatori del Partito Democratico al Senato hanno presentato oggi un nuovo disegno di legge, a prima firma Emma Fattorini e Stefano Lepri, dal titolo Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.“.
Uno strumento nuovo, un altro, che sta raccogliendo consensi come vedete nell’immagine qui di lato (cliccate per vederla meglio) soprattutto per i suoi “NO”, ovvero, ancora una proposta indegna per un partito che afferma di essere progressista.

Allora, per chiudere e non far diventare questo post troppo lungo (che già siamo andati troppo oltre), se Renzi realmente tenesse alla questione LGBT la affronterebbe con maggior serietà, evitando il proliferare di tutte queste proposte di legge diversissime tra loro e che servono solo ed esclusivamente a creare confusione al fine solo di non arrivare ad un risultato.
Ma resto della mia opinione: Renzi se ne fotte delle questioni LGBT.

PS: Leggete Dario e ditemi se non siete anche voi daccordo.

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