Ricordo come fosse ieri quando andammo al 4 Fontane a a vedere in anteprima Brokeback Mountain in lingua originale, sottotitolato, reduce della Mostra del Cinema di Venezia.
Avevo letto il libretto di Anne Prolux, mi era piaciuto, ma mi chiedevo come un racconto breve come quello potesse essere tramutato in un vero e proprio film – la stessa domanda me la son fatta per Il pianista sull’oceano di Baricco, ma quello non sono andato a vederlo, e penso di aver fatto bene.
“The shirt seemed heavy until he saw there was another shirt inside it, the sleeves carefully worked down inside Jack’s sleeves. It was his own plaid shirt, lost, he’d thought, long ago in some damn laundry, his dirty shirt, the pocket ripped, buttons missing, stolen by Jack and hidden here inside Jack’s own shirt, the pair like two skins, one inside the other, two in one.” — Annie Proulx, Brokeback Mountain
Uscimmo dal cinema commossi, e non eravamo i soli, da quella meravigliosa, tragica, storia d’amore. Eravamo inoltre felici e scossi dal fatto che una simile storia – due cowboy che si innamorano, fanno sesso, e la cui storia dura una intera vita – fosse arrivata sul grande schermo. L’unico precedente era stato, mi sembra, Philadelfia che però era più incentrato sul tema del AIDS, ma tanti – tantissimi – film altrettanto belli e significativi non erano stati considerati affatto. Su Cinemagay.it“ne trovate quanti volete.
Oggi a 10 anni di distanza Out.com celebra questo anniversario raccogliendo pensieri ed impressioni dei protagonisti di quel capolavoro. Mancano solo quelli di Heath Ledger per ovvi motivi.
A casa abbiamo il DVD di Brokeback Mountain custodito gelosamente tra i pochi che abbiamo. Molto gelosamente.
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