Ho fatto un gioco. Ho letto Cristiana che questa volta non mi convince per cui ho copiato il suo post ed ho provato a negare alcune affermazioni. Ecco il risultato.

Non vado al Roma Pride, perché il Pride è una parola non registrata da alcuno, quindi non mi piace che siano solo alcuni – una minoranza – ad usarla quest’anno.

Non vado, per la frattura del movimento e l’incapacità di trovare punti di collaborazione – una piattaforma unica e moderna – per il fine comune: i diritti. Quei diritti che forse non interessano a tutti allo stesso modo, che se ci fossero si potrebbero anche rifiutare, se ci fossero…

Non vado e sarò conteggiato tra quelli dall’altra parte. E sarà un errore madornale di chi lo farà, perché chi ha a cuore certi obbiettivi non può non aver immaginato l’esistenza una terza via che quest’anno non è stata nemmeno presa in considerazione. La via della costituzione formale di un comitato vero dove annoverare tutte le associazioni secondo la regola ‘un nome, un voto’, dove aggiungere personaggi noti fuori dalle realtà associative quali garanti e – soprattutto – dove separare nettamente la politica dal commerciale in maniera chiara ed evidente

Non vado per non dar adito a certa stampa idiota di parlare con superficialità di cose di cui non si interessa, altrimenti non avrebbero scritto articoli ridicoli quali quelli letti stamani ne avrebbe pubblicato altrettanto ridicole risposte. Il Pride di Roma che piaccia o no ha risonanza nazionale e sarebbe il caso che la stampa lo trattasse con il dovuto rispetto.
Come le manifestazioni della CGIL, ad esempio.
Che la stampa si interessi agli adolescenti che si suicidano a causa dell’omofobia dilagante indotta anche da loro. Che la stampa si interessi delle persone trans costrette a prostituirsi e ne parlino con i termini dovuti, che si interessi alle coppie di omosessuali con e senza figli. Poi potrà anche parlare di Pride.
Parlino di noi come parlano di lavoro e di precari. Poi potrà parlare di Pride.

Non vado, perché la maggior parte della gente comune, dei romani, della comunità, non capirà comunque quello che sta accadendo nel movimento. E a questo punto non credo nemmeno sia opportuno focalizzarsi sulla gente comune ma piuttosto è importante ora bloccare questa guerra scellerata e ripartire da zero provando a trovare terreni comuni su cui ricompattare il movimento.

Non vado, perché vorrei che da questo Pride a Roma quest’anno partisse una forte riflessione alla scoperta della positività che deve esserci nel movimento romano e che la faccia crescere, e non solo gli isterismi di pochi ignoranti maleducati che si permettono di avere atteggiamenti fascisti con l’On. Paola Concia, obbligandola a partecipare al Pride di Napoli scortata dalla Digos.
Ci son tante cose che si potrebbero fare insieme. Nei partiti, nelle associazioni, tra la gente comune. Sarebbe il caso che tutti, rimettessero al centro dell’azione collettiva la comunità. Non la supremazia di uno – o due – sugli altri. Non il business. Ne i falsi comitati.
Per farlo bisognerebbe che tutti facessero un passo indietro e un serio esame di coscienza.

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8 pensieri riguardo “Perché io non vado al Roma Pride 2010

  1. Io trovo che sia molto corretto prendere spunto dal blog di un’altra persona, le conferisce autorevolezza anche quando si è in disaccordo. E aiuta a creare un dibattito, ora quanto mai urgente. Mi fa piacere che sempre più persone si stiano rendendo conto che le associazioni LGBT negli ultimi anni si sono modellate sul modello arcigay, che si potrebbe riassumere come un “paravento legale e fiscale per saune e un posticino al caldo in politica per i soliti”. Non a caso, il movimento in Italia non fa un passo avanti che sia uno. Pertanto apprezzo questo post.

      1. Figurati, dico solo quel che penso.
        Il che spesso mi provoca l’ira funesta di leaderini con smanie di onnipotenza o semplicemente di lesbiche un po’ burbere (Cristiana, absit iniuria verbis!).
        Ma se uno dice una cosa giusta, non vedo perché non dovrei dirlo.

      2. concordo sulla libertà di esprimersi – a patto ovviamente di mantenere certi livelli di civiltà – ma non concordo sul giudizio che dai di Cristiana che, conoscendola abbastanza, posso assicurarti tutto potrebbe essere tranne che burbera 🙂

  2. Non ci vedo niente di male a commentare come ho fatto, a meno che dire “è un commento tipico di una piddina” non sia universalmente riconosciuto come un insulto, il che è anche più interessante di tutto il resto, direi.

    E sì, sarà il pride del PD, perchè organizzato da Marrazzo che si vuole accasare con il PD, e appunto sostenuto da persone come la Alicata che grazie al tanto vituperato PD hanno ottenuto un posticino in lista alle elezioni regionali, poi peccato che non abbiano ottenuto l’elezione sennò il PD sarebbe diventato immediatamente un partito più migliore assai, mica cavoli 😀

    Comunque, io ho commentato a seguito del tuo post, quindi non ci sarebbe comunque niente di male, anche in un mondo in cui “piddina” fosse un intrinseco complimento.

    1. Paolo io mi riferivo al fatto che avrei apprezzato commenti a quella che è la mia posizione e non quella di Alicata per la quale puoi tranquillamente commentare sul suo blog… e se leggi con attenzione fai caso che lei non appoggia questo Pride, anzi chiarisce proprio che il suo “andare” non è un voto a favore di questo coordinamento pride, cosi come io affermo che il mio “non andare” non è un voto per l’opposizione… e si, forse sono piddino anche oltre la tessera 🙂

      e confermo che non sarà il Pride del PD proprio perché non è organizzato da Marrazzo ma anche dalla Battaglia che dice di avere la tessera del PD ma si candida con SeL, e poi ci sono GayLib ed AzioneTrans… insomma una bella commistione ti pare?

  3. Secondo me la frase topica è questa: “Vado, perché la gente, i romani, la comunità, non capirebbe nemmeno una virgola di quello che sta accadendo nel movimento.”

    E’ proprio la frase degna di una piddina, e questo sarà proprio il pride del PD, un interessante esperimento sociologico, invero.

    1. beh paolo non è carino commentare qui quello che dice cristiana…
      ad ogni modo non penso sia il Pride del PD, tutt’altro…

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